EASY RIDER

Posted by Davide Ferullo | Posted in | Posted on 10:57



Easy Rider è un film del 1969, diretto da Dennis Hopper.
Interpretato dallo stesso Hopper e da Peter Fonda, nonché da un giovane Jack Nicholson, narra il viaggio attraverso l'America di due motociclisti, in totale libertà. Il film esprime una apologia della cultura e del mondo hippy. Alcune sequenze sono girate in 16 mm e poi ingrandite e sgranate. È considerato da molti critici il film simbolo della New Hollywood. Ha vinto il premio per la miglior opera prima al 22° Festival di Cannes e ha guadagnato due nomination all'Oscar come Miglior Sceneggiatura e Miglior Attore non Protagonista. Film importante perché si inserisce nel contesto culturale di quegli anni, cultura di controtendenza e voglia di evasione - libertà da una società medio borghese. Il tema del viaggio percorre e traccia le linee generali del film. Celebre la colonna sonora, composta da canzoni rock del periodo fine anni sessanta, e diventata un disco di grande successo che si tramanda tra le generazioni. Molti dei brani della colonna sonora sono stati raccolti nell'album dei Byrds Ballad of Easy Rider. Nel 1969 è stato insignito del premio Caméra d'or al Festival di Cannes . Nel 1998 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti
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TRAMA

Billy e Wyatt, detto Capitan America, partono sui loro choppers (motociclette degli hippy dei '60). Fanno molti incontri, piacevoli e no. Nel viaggio di ritorno sono uccisi a fucilate. Il più famoso "film di strada" della storia del cinema. Il tema classico del viaggio si mescola con quelli della cultura alternativa degli anni '60: marijuana, musica pop, protesta hippy, pacifismo, crisi del mito americano. In varia misura furono ammirate la colonna musicale,



la bizzarra tecnica di montaggio, la suggestiva fotografia di Laszlo Kovacs, l'interpretazione di Nicholson. Molte riserve sul suo sessismo di fondo, sulla sgangherata sceneggiatura (scritta da D. Hopper con P. Fonda e Terry Southern), persino sulla conclusione troppo deprimente, trasparente allusione alle uccisioni dei due Kennedy e di Martin Luther King: "le immagini della terribile fine della festa, del pugno di ferro del realismo che intendeva liquidare definitivamente il sogno."




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